Culla d’Inciviltà – Cala Burroni – Villasimius 3 Agosto 2022

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Culla d'Inciviltà - Cala Burroni - Villasimius 3 Agosto 2022

Culla d’Inciviltà – Cala Burroni – Villasimius 3 Agosto 2022 – ph. Josto Mura

English translation below.

In quest’opera descrivo il mondo di oggi, dove il consumo esagerato di beni materiali e l’avidità umana sta distruggendo la terra. Descrivo l’invasione di plastica, di oggetti inutili e inquinanti che servono solo a riempire dei vuoti interiori e dei quali non abbiamo realmente bisogno.

Culla d'Inciviltà - Bambino - Gesso - Paola Falconi

Culla d’Inciviltà – Particolare: Bambino – Gesso – Paola Falconi

Tutto questo a discapito della natura, della bellezza che ci circonda e della salute di tutti gli esseri viventi, in una spirale che culmina in una “culla” fatta di spazzatura dove dorme un bambino innocente al quale stiamo consegnando un mondo che non si merita.

 

Culla d’Inciviltà è un progetto/performance itinerante che ho presentato per la prima volta nella mia città, Cagliari, il 7 giugno 2019. Il 24 giugno 2020 la performance è stata ripetuta nell’isola di Santa Maria nell’arcipelago della Maddalena. Il 3 agosto 2022 nella spiaggia di Cala Burroni a Villasimius, con la coreografia originale di Francesca Caporali su musica di Prokofiev e Il manifesto di Cicci Borghi.

 

Cradle of Incivility- Cala Burroni – Villasimius 3 Agosto 2022

In this work I describe the world of today, where the exaggerated consumption of material goods and human greed is destroying the earth. I describe the invasion of plastic, of useless and polluting objects that only serve to fill internal voids and which we do not really need.

All this at the expense of nature, the beauty that surrounds us and the health of all living beings, in a spiral that culminates in a “cradle” made of garbage where an innocent child sleeps to whom we are delivering a world that he does not deserve.

Cradle of Incivility is a traveling project / performance that I presented for the first time in my city, Cagliari, on 7 June 2019. On 24 June 2020, the performance was repeated on the island of Santa Maria in the Maddalena archipelago. On 3 August 2022 on the Cala Burroni beach in Villasimius, with the original choreography by Francesca Caporali to music by Prokofiev and Il manifesto by Cicci Borghi.

Carlo Antonio Borghi

MANIFESTO (teorico)

Per un’azione d’arte ecologista differenziata e differenziante e per differenziarsi dagli indistinti, dagli indifferenti e dagli indifferenziati

 

Prologo

L’opera Culla d’Inciviltà, appare in Giugno 2019.

Ora, il neonato di gesso p-art-orito dalla fantasia materna di Paola Falconi, entra nel suo quarto anno di vita. Essendo fatto di gesso, non produce rifiuti in forma di pannolini, biberon e succhiotti. È muto.

Non si sa se sia maschio o femmina. Possono saperlo solo Paola mamma Falconi e Mario babbo Mariani. Se fosse maschio, lo chiamerei Lokanaan. Se fosse femmina, la chiamerei Salomè. Oscar Wild annuisce.

Il neonato, si è ritrovato spiaggiato e deposto tra plastiche e legni, portati dal mare in burrasca. Un piccolo tsunami. Una forma di land e tsunami – art.

Lui o lei, non potrà mai mettersi in piedi o andarsene in giro a quattro zampe, a meno che non succeda un miracolo.

Talvolta, l’arte può fare miracoli in forma di incantesimi o allucinazioni atte ad allargare la percezione.

Immaginazione preventiva: la Culla, dove la metti sta. Occorre un passeggino di altrettanta Inciviltà, un passeggino che dove lo porti va.

Un celebre miracolo, aveva trasformato tanta acqua in altrettanto vino da condividere. Occorrerebbe un altro bel miracolo alchemico che possa trasformare tanta plastica in altrettanta carta o in plastica organica.

Intanto, i ghiacciai si sciolgono, le foreste bruciano, le montagne franano, le epidemie sfoltiscono le popolazioni e le locuste desertificano le coltivazioni.

Gli Andrioidi di Philip Dick sognavano pecore elettriche. Gli Artistoidi, sognano meduse sintetiche?!

Intanto il Vaso di Pandora mostra crepe inquietanti. Covid-19.

Passa un Pinocchio. Pinocchio è metafora dell’arte. Un qualsiasi legno diventa marionetta vivente e, da grande, potrebbe fare l’artista.

Anche Castia Art group ha compiuto tre anni, giorno più giorno meno, così come il bimbo di gesso di Paola Falconi.

 

Svolgimento

Sincronizziamo gli orologi, da polso, da muro e da smartphone. Il tempo passa. Nulla lo trasforma o lo distrugge. Time after time by Cindy Looper and Miles Davis.

Tempo neurale + tempo soggettivo = l’intenzione dell’azione.

Tutto il tempo che impiega a dissolversi un mozzicone di sigaretta, abbandonato sulla spiaggia.

Tutto il tempo che impiegherà a dissolversi una bottiglia di plastica, lanciata in mare con o senza un messaggio dentro.

Quanto tempo impiega a biodegradarsi un profilattico, lasciato sulla spiaggia o buttato in mare?!

Quanto tempo impiegherà a dissolversi l’assorbente di una Venere, finito sul fondo del mare?!

Durex e Tampax.

Passa un corpo dipinto ad olio, abbronzante. Body painting.

Passa un corpo spalmato di crema solare. Un tuffo in mare e passa tutto. Body change.

Il tempo che impiega una lattina a biodegradarsi: mille anni, giorno più giorno meno. Noi non ci saremo (Nomadi).

I materiali di diversa natura usati e trattati da Paola Falconi, sarebbero reperti archeo e arteologici buoni per una mostra a cielo aperto, allestita su un tratto di spiaggia.

Riemerge la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto (1967). Erano tempi di militanza artistica, anche di gruppo. Sono passati 55 anni.

Ora, per rinforzare il mito contemporaneo, ci sarebbe necessità di un Apollo o di un Adone dei Rifiuti e delle Immondizie.

Nei mitici anni Cinquanta, chi non poteva permettersi un vero pallone da calcio, se la cavava facendone uno di stracci legati a spago.

Arte Povera. Povera Arte. Povera ma bella. Terra Povera Terra. Mare Povero Mare. Il cielo sta a guardare, per vedere dove vogliamo arrivare a farci del male.

Terra Terra. Mare Mare. Arte Arte. Arte differenziabile e riciclabile in nuove combinazioni.

Le forme collettive d’azione e d’arte, non fanno più parte dei nostri modi e dei nostri tempi algoritmici.

La pietra e la patata, quella di mare, sembrano inerti.

C’è una forma di vitalità, sia nella materia vivente che in quella inerte.

Impronte: il peso di tutte le formiche sparse nel mondo è superiore al peso complessivo di tutti gli esseri umani sparsi nello stesso mondo.

Quanto tempo impiega a biodegradarsi, il corpo di un nomade migrante inabissato in questo mare nostrum che tutti ci comprende?! I bocconi e le cernie fanno il loro lavoro.

Anche singole parole o intere frasi posso essere differenziate nel secco o nell’organico.

Anche gli artisti producono rifiuti da differenziare. Il passepartout andrebbe nella carta. I tubetti ad olio o acrilico andrebbero nell’indifferenziato. Anche i pennelli e le spatole andrebbero nell’indifferenziato. Una tela mal riuscita in quale discarica andrebbe a finire?! Una scultura mal nata?! Penne esaurite, matite masticate e gomme sbocconcellate finisco nell’indistinto.

Solo le secrezioni e gli umori corporali rilasciati in mare si dissolvono all’istante, solubili in acqua dolce o salata.

Che rifiuti ha prodotto e produce Paola Falconi, come persona e come artista?!

Che rifiuti produce un body-artista, messo a nudo come la Sposa Nel Grande Vetro di Marcel Duchamp?! Il suo stesso sudore, il suo stesso sangue, la sua stessa saliva, le sue stesse lacrime, il suo stesso sperma.

“L’ozio è il padre dei vizi ma la fatica è la madre dei calli” – diceva Passepartout nel Giro del mondo in 80 giorni. Quello era un mondo che non produceva plastica, plexiglas, perspex, pirex e moplen.

Oggi, con tutta la plastica dispersa nei mari e negli oceani si potrebbe fare il giro del mondo per quattrocento volte.

Per andare avanti, a più mani e più teste, sarà necessario fare un Cadavre Exquis, alla maniera dei surrealisti passandosi un papier dall’uno all’altro artista senza che nessuno sappia cosa è stato scritto o disegnato prima di lui o di lei.

Fatto questo, puntiamo alla creazione di un presidio artistico che comprenda la Culla d’Inciviltà e che possa prevedere il contributo di visitatori liberi di portare, come offerta personale, un loro rifiuto speciale, magari in forma di ready-made o di objet trouvè.

Non contano solo tecniche e materiali ma contano anche i gesti di chi, da artista o visitatore, si impiega a distinguere e differenziare e a liberare la natura circostante dall’assedio della spazzatura.

Il luogo ideale per allestire un’istallazione polimaterica e sinestetica, sarebbe il suolo lunare, dove peraltro non mancano i rifiuti. L’ultimo Apollo era il numero 17.

Altra cornice ideale per contenere la Culla e tutto il resto, sarebbe la pancia di una balena, quella dove si erano ritrovati Jona, Pinocchio e qualche marionetta cubo-futurista, come quelle di Fortunato Depero e Oskar Schlemmer.

Trenta anni fa, mi ero tuffato nel mare di Malibù e ne ero riemerso portando come trofeo la valva di una grande conchiglia. Era magnifica e faceva pensare a una Venere ma, al suo interno, racchiudeva un triangolo di lana d’acciaio. Un mons veneris, restituito dagli abissi come premonizione di un futuro prossimo venturo e sventurato.

Resti e avanzi di cibo. “L’arte è come il cibo e bisogna sempre lasciare qualcosa sul piatto” – diceva Theodor Adorno.

Speriamo che il piatto, le posate, il bicchiere e la tovaglia non siano di plastica.

Jim Dine e Keith Haring avevano dipinto grandi cuori su ogni superficie disponibile. Icone di speranza.

Anche come artisti, restiamo stretti tra pessimismo della ragione e ottimismo della volontà.

Antonio Gramsci annotava: odio gli indifferenti. Noi, oltre gli indifferenti, odiamo gli indistinti e gli indifferenziati.

Epilogo

Less is more. Bisogna risolversi a trattenere l’essenziale, differenziando il superfluo. Less is more.

Il problema è che l’essenziale può risultare invisibile agli occhi e alla visione retinica.

More-than-this (Roxy Music).

P.S.

Le cose torneranno là da dove sono venute, poiché debbono espiare la colpa della loro esistenza, secondo l’ordine del Tempo. (Anasimandro – VI secolo A.C.)